Pretty in Pink è faticosamente arrivato allo scalfo manica. Si lavora facile e ragionevolmente veloce, ma poi bisogna fare i conti con la Picci che assorbe le intere ore diurne non trascorse in ufficio, e con la stanchezza cronica che assorbe quelle serali e notturne, per cui il risultato è un marzulliano piano piano poco poco che sfinisce (ops! e questo come lo traduco in inglese?).
Ho visto il programma del secondo incontro Stitch and Bitch a Milano e ancora non ho deciso se farci un salto o no (il primo l'ho perso per un soffio). E' che le calze sono l'unico capo di abbigliamento che non sono interessata a produrre a mano con i ferri, forse perchè nel cervello mi suona così stonato quello "stai a casa a fare la calza che è meglio" che le donne, anche della mia generazione, si sono spesso sentite dire quando osavano alzare la testa... Comunque sia, sono fortemente tentata, Picci permettendo, di farci un giro. Vedremo strada facendo.
Pretty in Pink grows so slowly: I'm about shaping the armhole at the moment. It's quite an easy and quick job, but since Picci demands all my time and energy saved from work, while at night, when she sleeps, I'm too tired to pick up needles, I must admit it doesn't go on at the expected speed.
I've given a quick look to the second Stitch and Bitch meeting programme in Milan, but still can't decide whether take part in it or not: socks are not my cup of tea at all, but on the other hand I'm so curious about the event itself, so we will see later...
2 commenti:
Mica sei obligata a fare calzini. Che comunque sono il capo più radicale in circolazione, ti assicuro ;-P
Giusto. E poi una ecoanarcomaglierista per definizione non conosce il significato della parola "obbligo", si sa.
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